Da mesi termini come intelligenza artificiale, prompt o testo generativo sono entrati nel nostro lessico quotidiano. La ricerca continua a grande velocità. Le piattaforme per la generazione di immagini migliorano costantemente i loro algoritmi (ad esempio, leggi questo articolo se vuoi scoprire l’integrazione in Canva dell’Intelligenza Artificiale); si inizia a parlare di testo generativo anche in altri ambiti della comunicazione visiva, ad esempio il disegno tecnico.
Crescono quotidianamente le persone che si avvalgono di questi strumenti in ambito lavorativo, ma resta ugualmente alto il numero di chi, anche solo per scrivere un testo corretto, non riesce a farne uso. A tal proposito, in particolare durante il Workshop sull’Intelligenza Artificiale: gli strumenti della suite Adobe, approfondiamo molto il tema dell’inpaint automatico o guidato (tramite la creazione di prompt adeguati e metodi di descrizione).
Riassumiamo dunque in questo articolo alcune regole di base per creare un prompt efficace.
È ormai certa l’utilità di queste piattaforme per chi si occupa di marketing e comunicazione (per questi professionisti abbiamo un corso dedicato: Workshop sull’Intelligenza Artificiale con Canva), grazie alla possibilità di creare immagini d’effetto e soprattutto uniche.
Questa tecnologia si applica anche ad altri ambiti lavorativi, perché un buon lavoro di prompting può costituire una solida base di partenza per la realizzazione di qualunque oggetto. L’AI potrebbe infatti suggerire forme e ambientazioni per un progetto, ad esempio di un padiglione fieristico, di un originale oggetto di design oppure potrebbe disegnare un vestito secondo una moda specifica.
Il progetto finale, fatto di misure, schede tecniche e verifiche di fattibilità spetta ancora all’uomo, ma il processo creativo iniziale, comprendente spunti, ispirazioni, prove e realizzazione di un modello veritiero, potrebbe essere notevolmente velocizzato dalla macchina. Non si tratta di chiedere al programma una singola immagine d’ispirazione, ma di lavorare su un concetto da modificare e affinare ad ogni generazione, fino ad ottenere l’oggetto desiderato.
Rispetto a quanto scritto in questo articolo soltanto di qualche mese fa, le principali piattaforme di AI, hanno apportato grandi miglioramenti.
Firefly, strumento di Adobe destinato ai professionisti, a settembre 2023 è uscito dalla versione beta e produce immagini ora utilizzabili anche per scopi commerciali. La qualità è nettamente migliorata e i risultati corrispondono fedelmente ad un prompt scritto in modo corretto. Adobe ha reso ufficiale il riempimento generativo in Photoshop e sta ora implementando la stessa tecnologia in Illustrator per creare grafica vettoriale attraverso un prompt. Quest’ultima, sebbene ancora in versione beta, riesce già a produrre risultati discreti.
Midjourney, di cui abbiamo già parlato in questo articolo, è ancora il più noto e utilizzato; ha aumentato e migliorato i parametri per la creazione di immagini, permettendo all’utente una maggiore personalizzazione. È ancora molto, forse troppo, legato ai propri archetipi, ma con una buona descrizione riesce a produrre immagini strabilianti.
Stable Diffusion, precursore rispetto alle altre piattaforme dal punto di vista tecnologico, ha migliorato la resa delle proprie immagini nella versione online ma soprattutto sta costantemente implementando le UI installabili.
Come scrivere un buon promptIl prompt è un testo, un’istruzione che viene data al programma affinchè possa restituire un’immagine. Ecco alcune linee guida, utilizzabili su qualunque piattaforma.
La prima raccomandazione è di utilizzare un linguaggio semplice, diretto e non fraintendibile. La seconda è di procedere per gradi, aggiungendo ogni volta piccoli particolari.
Descrivere brevemente il soggetto principale dell’immagine, utilizzando poche parole, con pochi aggettivi. Questo permetterà di capire se procedere aggiungendo o togliendo elementi.
Aggiungere uno o due particolari ad ogni generazione permette di controllare con maggiore precisione il risultato finale. Basta una sola parola errata per modificare interamente il lavoro. A volte questi software sembrano interpretare liberamente le richieste date; dunque è bene procedere per gradi e in modo puntuale per capire quale parte del prompt modificare.
Ad esempio, si può specificare il materiale di cui deve essere composto un oggetto oppure dove questo deve essere ambientato. Ancora si possono aggiungere oggetti alla composizione o modificarne delle parti.
Definire una palette è spesso indispensabile. Si possono indicare i colori principali e definirne la relazione con gli altri, ad esempio con complementari o con analoghi. Oppure scegliere una tavolozza con tonalità della terra, della natura, del mare. Ancora si può indicare la prevalenza di colori freddi o di colori caldi, di sfumature o colori piatti. Ad esempio, è possibile richiedere una grafica con colori complementari sui toni del blu-arancio con punte di bianco.
In questa sezione si possono aggiungere effetti dati dalla luce, tenendo presente che il tipo di illuminazione può modificare totalmente l’immagine. Si pensi alla rappresentazione di un soggetto nelle diverse ore del giorno.
La richiesta che l’immagine trasmetta sensazioni particolari in linea col pubblico di riferimento, può modificare colori e parte dell’ambientazione. Si possono aggiungere aggettivi e stati d’animo.
Lo stile è l’opzione che modifica maggiormente l’immagine. Si possono indicare un periodo storico, una tecnica pittorica o il riferimento a qualche artista.
Se l’immagine prodotta non è soddisfacente perché troppo convenzionale, si può inserire qualche elemento meno prevedibile. La richiesta di un oggetto con design futuristico, con particolari in contrasto o materiali non convenzionali, potrebbe dare risultati inaspettati.
Una volta ottenuta un’immagine soddisfacente, la si può utilizzare come nuovo punto di partenza per successivi sviluppi.
Allo stesso modo è possibile caricare un’immagine iniziale da usare come riferimento di forma.
L’esistenza di piattaforme ugualmente valide ma basate su stili, strumenti e parametri differenti, fa sì che lo stesso prompt dia risultati molto diversi sui singoli software. Anche se la tentazione sarebbe quella di concentrarsi su un solo programma, è da considerare un arricchimento la possibilità di scegliere tra differenti immagini. Il flusso di lavoro corretto dovrebbe iniziare dalla ricerca su più software per poi concentrarsi su quello che, dopo le prime generazioni, ha dato i risultati migliori.
Un’altra problematica è legata alla lingua. Sebbene la maggior parte delle piattaforme permetta ormai di scrivere in italiano, applicando una traduzione istantanea, è consigliabile scrivere direttamente in inglese per evitare errori dovuti all’errata interpretazione di vocaboli fraintendibili.
L’ultimo punto riguarda l’errata convinzione secondo la quale l’AI possa fare tutto da sola. Per poter raggiungere risultati realmente validi, sono ancora necessarie molte prove perché la ricerca iniziale alla base di un progetto richiede tempo sia utilizzando l’AI che nel metodo tradizionale. Se l’uso di questi software porta ad un punto di sviluppo iniziale migliore, spetta sempre all’uomo coordinare e concludere le fasi di lavoro.
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